La Bellissima Storia di Raggedy
Ann..
C’era una volta in
America…
un signore chiamato
Johnny Gruelle che faceva un lavoro bellissimo (ed era anche
molto famoso!): illustrava fiabe per bambini. E’ lui il papà della Raggedy Ann.
Ti racconto la sua storia…
Un giorno, sua figlia
Marcella volle a tutti i costi salire in soffitta col padre a cercare qualcosa
e, aprendo un baule impolverato, trovarono una vecchia
bambola di stoffa, che era stata probabilmente fatta tanti anni
prima dalla nonna per la sorella di Johnny.
Johnny restò molto
affascinato da quella antica e particolare bambola ed in seguito, da grande
creativo qual era, trasse spunto da quella bambola per crearne una tutta sua, un
nuovo personaggio delle sue fiabe dedicato alla sua Marcella,
che fosse protagonista di storie leggendarie.
Nel 1915 nacque così la prima “Raggedy Ann”. Si racconta che il momento della creazione del viso fosse stato un momento davvero magico, in cui fosse la bambola stessa ad ispirare Johnny.
Era nata una bambola
davvero magica, custode dei segreti di un mondo fantastico, con quel
viso così strano, con quel naso a
triangolo, gli occhi di bottone, i capelli rossi e il
sorriso largo ed ingenuo. Sul suo petto portava un cuore disegnato, con sopra la
scritta "I love you".
Raggedy Ann è una
bambola che sa amare.
“Raggedy”
significa esattamente “povera, stracciona”, e nella versione classica il suo
viso è davvero povero e felice. Insomma, era “Annie la povera”, un’orfanella, e
Marcella la amava come fosse una vera sorella. Da lei è nato il termine “Rag
Doll”, ossia bambola semplice, di pezza, quella che noi chiamiamo anche
Pigotta. http://bamboledistoffa.jimdo.com/raggedy-ann-la-storia/
Originale di Deb Richie "Prim Rag Annie Angel Bunny" e libera interpretazione di
Bea del Sud
Muchas gracias Bea !
RispondiEliminaun abbraccio
simona
Che bella storia, ora oltre che cimentarsi con questo soggetto sappiamo come e' nata la piccola,Annie.
RispondiEliminaIl tuo lavoro poi, mi ripeto, e' molto,bello.
Giselda
Cara Bea,
RispondiEliminaHai eseguito un capolavoro, come sempre... e ci hai raccontato una storia bellissima e molto commovente, ti ringrazio!
Trovo che le cose più semplici sono quelle che si amano di più alla fine...
Ciao a presto!
Come sempre magnifico lavoro!
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